In Ritorno al mondo nuovo Aldous Huxley notava come i potenti avessero capito che per controllare le masse fosse necessario agire sull’«appetito pressoché insaziabile di distrazioni» che prova l’uomo. Insomma, basta offrire sufficiente pane e circensi, miracoli e misteri per tenere soggiogati i cittadini. Gli attuali governi continuano ad affamare le masse, ma sicuramente sono bravi a distrarle con notizie artefatte, emergenze create a tavolino e soprattutto con lo spettacolo.
Torniamo così alla strategia della distrazione. Si tratta dell’elemento principale del controllo sociale e consiste nel deviare l’attenzione del pubblico da problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élite politiche ed economiche attraverso la tecnica del diluvio o inondazione di continue “distrazioni” e informazioni insignificanti. Si intende cioè tenere il pubblico occupato senza dargli il tempo di pensare, rendendolo pertanto “passivo”.
Ci pensa poi il potere a “riempirlo” con la propria “narrativa”.
L’industria dei media si delinea come uno dei bracci armati dei governanti, tesa com’è non a comunicare il vero o il falso, quanto semmai a offrire l’irreale, ossia una fuga dalla realtà che obblighi l’uomo a distrarsi dalla contingenza sociale, economica e politica. A questa regola possono essere ricondotti anche quegli scandali, fatti di cronaca o gossip che servono a distrarre l’opinione pubblica da problemi ben più urgenti. Vi rientrano anche tutti gli eventi sportivi o di spettacolo che riescano a ritagliarsi un’attenzione considerevole da parte dei media e pertanto del pubblico.
Il problema in questo caso diventa quando il pubblico si immedesima a tal punto nelle vicende di un film, telefilm o altro da non distinguere più tra realtà e finzione, privilegiando la cosiddetta fuga in “paradisi artificiali”.
di Enrica Perucchietti
Tratto da: https://revoluzione.unoeditori.com
***